La partenza di don Mario Toniatti


Don Mario Toniatti, nostro parroco per quasi dodici anni, ha lasciato Casteinovo per la nuove sede parrocchiale di Roncegno.
Dovendo parlare di lui, si è tentati di scivola re nei discorsi convenzionali, nelle parafrasi retoriche, per i] timore di confrontarsi con la opinione della gente o di urtare la sensibilità di colui di cui si parìa. Ma, lasciandosi' prendere da questi pregiudizi, si finisce col non dire niente. Cercheremo perciò di parlare di lui con la onestà e la sincerità che si può avere verso un amico.
Sono cambiate molte cose nella Chiesa dai gennaio del 1964, quando don Mario fece il sue ingresso a Casteinovo, al settembre di quest'anno, quando ci ha lasciati. Ma il fenomeno più significativo e più carico di conseguenze per il mondo cristiano fu senza dubbio il Concilio. Applicarne gli insegnamenti, diffonderne i contenuti, introdurre nel piccolo della nostra comunità il nuovo spirito ecclesiale, credo sia stato il punto di partenza per don Mario. Impegno non facile: le « novità » comportano anche il rischio di non essere comprese da chi ha avuto una formazione tradizionale. Molte persone anziane sono rimaste sconcertate; ma proprio l'ossequio che esse avevano acquisito verso la Chiesa ha loro impedito di allontanarsi da essa. Sono però mancate, di conseguenza, quella vivacità di confronti, quella attenzione agli stimoli spirituali, quella diretta partecipazione alla maturazione della comunità, che potevano fare della Chiesa una forza più viva ed attuale. E i riflessi, amari e carichi di ripensamento, si sono visti sui figli, sui giovani; perché, non c'è dubbio, l'educazione cristiana inizia, prima di tutto, in famiglia. Questa crisi, sarebbe dannoso non riconoscerla è crisi di tutta la Chiesa; ma riferirla solo a responsabilità altrui sarebbe fare crìtica distruttiva. La ripresa implica collaborazione: e in questo don Mario ha un merito che non gli si può negare.
Ai giovani egli ha offerto tutta la sua disponibilità. Le iniziative non sono mancate, prime fra tutte quelle dirette da] gruppo dell'oratorio, protagonista di numerosi incontri nell'amicizia e nel divertimento. Dobbiamo ricordare anche molte conferenze - dibattito con i giovani, tenute da sacerdoti qualificati nel settore, chiamati di volta in volta dal parroco.
Altro momento d'incontro: quello con il Consiglio pastorale. Occasione per ricercare assieme (perché non solo il prete, ma tutti costituiamo la Chiesa) la strada per vivere più intensamente l'esperienza cristiana nella vita quotidiana.
Una delle peculiarità più significative del sacerdote è l'annuncio del messaggio evangelico, che si concreta abitualmente nell'omelia della domenica. Don Mario non ha forse le doti del grande predicatore, ma certi suoi richiami non possono essere dimenticati: il significato della s. Messa nella sua interezza e nella partecipazione attiva di tutti, il rispetto di Dio nel linguaggio senza bestemmie, la coerenza del cristiano anche e soprattutto fuori delle porte della chiesa.
Del nostro parroco vogliamo, poi, ricordare l'interessamento agli anziani e agli ammalati; nessuno, penso, può negare la sua presenza e la sua accortezza al letto dei sofferenti.
Non tutti, certamente, hanno apprezzato l'operato di don Mario come prete: ma questo è nell'ordine delle cose, anzi nell'ordine del Vangelo.
Come uomo anch'egli ha le sue debolezze, i suoi punti di vista particolari, può commettere degli errori; ma chi può dire di essere perfetto? Il Vangelo insegna: « Se un tuo fratello ha mancato contro di tè, va' e parla con lui ...» Questo atteggiamento, che va espresso con umiltà e fratellanza, vale anche con il prete; e sarebbe certo apprezzato. Il dolore più grande di un prete, ce lo ha detto prima di partire il nostro parroco, è quello di essere soli, di avere la gente che ti volta le spalle. Siamo certi che l'amarezza e la nostalgia di don Mario nel lasciare Casleinovo confermano il contrario: che egli non è rimasto solo in mezzo a noi.
Per questo il dispiacere della sua partenza è anche nostro. In questa identità di sentimenti ci accomuna anche la speranza di poter continuare sulla strada percorsa, lui con una nuova comunità, noi con un nuovo sacerdote, nella fede e nell'amore in Cristo.



ALFONSO EPIBOLI


Voci Amiche Ott 1975